Galleria l’Affiche – via dell’Unione 6 – Milano
dal 4 al 31 maggio, martedì-sabato ore 16-19
inaugurazione: giovedì 4 maggio dalle 18.30
Una mostra nata a Londra dal lavoro di due autori, uno italiano e una inglese, e di un curatore spagnolo: un dialogo tra le sculture architettoniche di Rosie Leventon e i paesaggi urbani di Leandro Lottici. Un unico materiale, “rubato” all’edilizia, il celotex, presente quasi ovunque in giro per le città, ma invisibile, costituisce la base di tutte le opere. Lavori in grande formato -tre sculture e tre tele- che raccontano in modo diverso la metropoli contemporanea vissuta come un mastodonte “up the duff”, “ripieno”, colmo di culture che convivono quasi ignare l’una dell’altra, condividendo gli stessi spazi e la stessa realtà senza averne piena coscienza. In tre sculture, Leventon riflette la realtà del quartiere multietnico londinese di Brent, dove vive e lavora, filtrata dalle esperienze raccolte nei suoi viaggi in Medio Oriente. Dai nidi di piccione ai templi buddhisti, il riferimento è sempre alle strutture architettoniche che riempiono le nostre città senza essere viste. Le tre grandi tele di Leandro Lottici portano lo spettatore a un punto di vista quasi impossibile, con visioni geometriche di apparente astrazione, metafora della frammentazione dello sguardo umano nel caos della metropoli contemporanea.
Rosie Leventon, inglese, vive a Londra. Ha esposto i suoi lavori al MACBA di Barcellona, al Dostoevsky Museum a San Pietroburgo, alla Serpentine Gallery di Londra. E’ stata finalista del Premio Arte Laguna a Venezia, e ha realizzato nel 2015 un’opera su commissione dell’Arts Council per il Queen Elizabeth Diamond Jubilee Woods nel Leicheshire. Ha partecipato a diverse residenze in Europa. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del National Maritime Museum e alla Queen’s House di Greenwich, e al King’s Wood, nel Kent.
Leandro Lottici vive e lavora ad Anzio. Lavora prevalentemente l’acciaio e altri metalli. Attivo anche nella pittura e nella grafica, usa la xilografia per tradurre in segno immagini di grattacieli ed edifici, lo conduttore della sua ricerca artistica. In pittura lavora i suoi paesaggi urbani con materiali edili quali cemento, plastica e celotex. Uno dei sui ultimi progetti, a cura di Paola Di Giammaria, è stato presentato in anteprima a ottobre 2015 al MAXXI di Roma. Le sue opere sono state acquistate da diversi enti pubblici (tra cui il NAMOC-Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Pechino, l’Agenzia delle Dogane-Ministero delle Finanze, Roma e l’Archivio dell’Ufficio Filatelico e Numismatico Vaticano). Ha realizzato installazioni permanenti in spazi pubblici di diverse città italiane.