Chiara Passigli torna alla Galleria l’Affiche dopo cinque anni con una mostra dedicata a due temi principali: gli alfabeti e le case degli specchi, piccoli mondi ingannevoli e traditori.
Incanto poetico e misterioso, un universo fatto di oggetti scelti e recuperati e resi insidiosi dall’accostamento solo apparentemente casuale: rami, animali dipinti, piccole case colorate, scatole di fiammiferi e biglie di vetro tentano di sedurre il visitatore (fascino, richiamo, suggestione?)
Chiara Passigli ha scoperto gli specchi, e ha mescolato i suoi pensieri con l’idea di immagine riflessa.
Le sue Wunderkammer sono diventate veri piccoli luoghi dove, a volte, anche lettere, caratteri, segni e simboli si inventano protagonisti di alfabeti reali o sognati.
In una scatola di legno che pare un modellino teatrale è messa in scena una casetta fatta di stagnola colorata, moltiplicata all’infinito da quinte di specchio.
Abbiccì è anche una collezione di alfabeti. Con le lettere l’autrice quasi gioca e chiama a giocare: le scompone, le trasforma, le perde, le separa, le smonta, le analizza, le sconvolge, invitando chi guarda a un approccio che per immaginazione, cultura, memoria,
capacità interpretativa vorrebbe ogni volta creare esiti differenti.