Donatella Chiarenza (Genova, 1964).
Liceo artistico Paul Klee a Genova, corsi, scuole d’arte, seminari e le sue storie di artista, illustratrice, graffitista. Pubblica fumetti. Propone ed espone tele in gallerie piccole e meno piccole da Genova a Roma, da Milano a Vienna, da Napoli ad Ancona. Poche mostre collettive. Storie di quegli anni.
Donatella Chiarenza si divide oggi tra Genova e Rabat, dove ha scelto di mettere radici.
“In Marocco, mia seconda patria, la foce di un grande fiume che si getta nell’Atlantico separa la capitale Rabat da Salé, dove trascorro parte dell’anno con mio marito Brahim. Lo conobbi a Genova, in quel singolare centro storico incrocio di culture diverse… è lì che, allora, mi avvicinai per la prima volta alla cultura araba.”
L’artista ricompare alle cronache nel 2021 con una bella mostra all’Istituto di Cultura Italiano a Rabat; tele di medie e grandi dimensioni, soprattutto sul mare, dove Mediterraneo e Oceano si confondono nei colori, nei tramonti, negli orizzonti, nelle prospettive. “Dipingo i mari che ho visto e mi sono particolarmente piaciuti…”
Il Marocco è per lei, istintivamente, un luogo per dipingere: “Il tempo sembra a volte essersi fermato ad un centinaio di anni fa, ma la pittura a olio che ho appreso dai maestri liguri è un’arte antica…”
Il ritmo più lento della vita a Rabat lascia spazio per una ricerca di maggiore sintonia con la natura, che si mescola ad un’immersione nei colori delle vesti e delle architetture. “…Circondata da tanta bellezza non mi è difficile ritrarre il mare alla ricerca delle sue sfumature”.
“Il mare che unisce e divide. Mare intenso che dipingo a forti spatolate. Grandi orizzonti come ampiezza di vedute. Tolleranza, peculiarità del popolo marocchino. Il mare, che unisce e divide la Vecchia Europa e la Giovane Africa”.
Questo, con le parole dell’artista, il senso del suo lavoro: “il mare, spazio liquido di tutti e di nessuno, luogo e strumento di libertà, esplorazione, scoperta, fuga, viaggio, migrazione e simbolo di incontro, condivisione e reciproca comprensione tra culture diverse, è il protagonista della mia ricerca”.
Il corpus della mostra presentata ad agosto 2023 al Museo del Mare Galata di Genova prevede un nucleo centrale dove la tavolozza sembra variare in modo instabile, dal bianco al blu cobalto, attraverso il verde acqua, il turchese, l’indaco, il blu Majorelle, il blu di ftalocianina, il blu oltremare…
E poi la composizione: una sorta di astrazione liquida che Donatella Chiarenza sembra aver assimilato quasi per osmosi. Un’astrazione certamente fluida, ma potente, con alle spalle quasi una sorta di action (painting?), che crea quel ritmo ora furioso, ora quasi riflessivo, distaccato, disteso… Attorno a questo nucleo tutto si mantiene, ma poi nuovi colori aiutano a portare sulla scena albe, tramonti, tempeste e, metaforicamente, crepuscoli, declini, scomparse, forse approdi e rinascite…
guarda la video intervista curata da Ginevra Bellesi