La coppia di artisti residenti a Berlino ha lavorato in contemporanea, ma ognuno con il proprio linguaggio, ad un progetto nato dalla fascinazione della conquista dello spazio.
Pochi mesi dopo la morte di Neil Armstrong, primo uomo a posare il piede sul suolo lunare, il sogno dei viaggi umani nello spazio, che ha nutrito l’immaginario della generazione degli anni 60, sembra essere svanito.
Cristina Falasca presenta sculture, carte e un’installazione sonora.
La matrice concettuale del lavoro, già presente nella ricerca dell’artista, muove dalla fascinazione per la materia nella sua natura ambigua di incontro fra opposti, dove si situa il limite fra il pieno e il vuoto.
Il procedimento del calco, normalmente utilizzato per ottenere un positivo, inverte la sua natura, prelevando il negativo come testimonianza di una presenza. Quello che resta è dunque un’impronta, che fissa sulla materia la memoria di luoghi ed esistenze altre.
Reperti e fossili, gusci disabitati, suggeriscono il possibile o illusorio attraversamento di altre realtà verso cui l’uomo è sempre stato attratto.
L’istallazione sonora realizzata da Cristina Falasca è intesa come scultura sonora, vibrazione che polarizza l’aspetto evocativo della materia. Suoni come suggestioni dove la rielaborazione digitale di campionature, prelevate dall’archivio della NASA, fa emergere l’elemento di ambiguità tra ufficialità e mistificazione.
Il confine tra fabulazione e realtà sbiadisce.
A quattro anni dall’ultima mostra all’Affiche, Stefano Minzi presenta un’inedita serie di stampe planografiche su tela e carta, dove indaga l’aspetto sociale e politico della conquista dello spazio.
L’artista prosegue il suo percorso sul tema della memoria, personale e collettiva, attraverso la ricerca di immagini ed oggetti legati alla storia dell’astronautica internazionale al tempo della Guerra Fredda.
Attraverso la tecnica di transfert da fotocopia, in bianco e nero e a colori, Minzi presenta
una serie di lavori su supporti diversi: un nutrito numero di icone dalla storia e dalla politica si susseguono con immagini che si sfaldano e sbiadiscono, come gli ideali e le aspettative di un’epoca.
L’obiettivo della conquista della luna, che è anche archetipo del femminile, fa eco negli anni 60 alla liberazione sessuale e all’appropriazione del corpo.
Accanto agli eroi maschili, parte attiva nella conquista, si affiancano le loro controparti femminili, nello scarto tra ruolo sociale e oggetto del desiderio.
Altri temi sono affrontati, chiamando in causa altri icone fondamentali, dalla cagnolina Laika ai discorsi di Nixon e Kennedy, Armstong e Gagarin.
Inaugurazione:
giovedì 18 aprile dalle 18.30
ORARIO
dal 19.04.2013 al 10.05.2013
martedì-sabato ore 16-19